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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cesare
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De bello gallico III,15
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originale
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[15] Deiectis, ut diximus, antemnis, cum singulas binae ac ternae naves circumsteterant, milites summa vi transcendere in hostium naves contendebant. Quod postquam barbari fieri animadverterunt, expugnatis compluribus navibus, cum ei rei nullum reperiretur auxilium, fuga salutem petere contenderunt. Ac iam conversis in eam partem navibus quo ventus ferebat, tanta subito malacia ac tranquillitas exstitit ut se ex loco movere non possent. Quae quidem res ad negotium conficiendum maximae fuit oportunitati: nam singulas nostri consectati expugnaverunt, ut perpaucae ex omni numero noctis interventu ad terram pervenirent, cum ab hora fere IIII usque ad solis occasum pugnaretur.
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traduzione
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Una volta abbattuti, come abbiamo descritto, i pennoni, ciascuna nave nemica veniva circondata da due o tre delle nostre e i soldati romani si lanciavano all'abbordaggio con grande impeto. Quando i barbari se ne accorsero, gi? molte delle loro navi erano state catturate; non trovando alcun mezzo di difesa contro la tattica romana, cercavano salvezza nella fuga. Avevano gi? orientato le navi nella direzione in cui soffiava il vento, quando si verific? un'improvvisa, totale bonaccia, che imped? loro di allontanarsi. La cosa fu del tutto favorevole per portare a termine le operazioni: i nostri inseguirono le navi nemiche e le catturarono una a una. Ben poche, di quante erano, riuscirono a prender terra grazie al sopraggiungere della notte. Si era combattuto dalle dieci circa del mattino fino al tramonto.
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